Luigi XIV succedette al padre nel 1643, a l’età di 5 anni.

A causa della sua giovane età il comando del paese fu affidato alla reggenza della regina-madre Anna e al cardinale Mazzarino, ma dopo la morte del cardinale nel 1661, il giovane re salì al potere, dando inizio a un regno di circa settant’anni, ovvero al regno di maggior durata di tutta la storia.

Egli fu membro della Casata dei Borbone e si avvalse di numerosi collaboratori , ma comunque accentrò nelle sue mani il governo dello Stato e intervenì sempre sulle questioni principali.

Successivamente Luigi XIV fece costruire la reggia di Versailles, un maestoso palazzo il cui scopo era quello di controllare l’aristocrazia francese, allontanando la corte dalla popolazione irrequieta della capitale.

All’interno della corte tutto ruotava attorno alla figura del re, il quale utilizzava delle “etichette” con le quali fissava la posizione di ogni figura per la sua vicinanza fisica al sovrano.

Grazie alla figura di Colbert, il sovrano, avviò una politica economica che puntava ad aumentare la ricchezza interna del paese, mediante l’introduzione di dazi doganali sulla merce importata e l’aumento dell’esportazioni.

Favorì inoltre lo sviluppo delle “compagnie commerciali”, il finanziamento delle manifatture di beni di lusso e il consolidamento dei possessi francesi in Canada.

Luigi XIV era cattolico e ritenne che la libertà di culto degli ugonotti, garantita dall’editto di Nantes, dovesse essere cancellata col pretesto che non esistevano più seguaci della “pretesa religione riformata”.

L’editto di Nantes fu un decreto emanato a Nantes dal re Enrico IV nell’aprile 1598 che pose termine alla serie di guerre di religione che avevano devastato la Francia dal 1562 al 1598, regolando la posizione degli ugonotti (calvinisti francesi) e stabiliva che ci doveva essere un diritto di libertà, di culto e parità di diritti tra ugonotti e cattolici. 

Esso fu revocato nel 1685 da Luigi XIV con l’editto di Fontainebleau.

Nell’editto tuttavia la parola “tolleranza” non compare mai: in quel tempo essa era associata ad un concetto negativo per entrambe le fedi. Ciascun credente si riteneva il detentore della verità assoluta e colui che praticava un altro credo pregiudicava così la propria vita eterna e quindi era un dovere impedire che “l’altro” permanesse nell’errore.

La revoca dell’Editto di Nantes nel 1682  determinò, la fuga di migliaia e migliaia di ugonotti verso paesi oltreoceano.

Successivamente Luigi XIV diede un personale contributo alla persecuzione dei “giansenisti” e il loro convento di Port-Royal fu raso al suolo.

Con lui la monarchia divenne lo strumento che garantiva la protezione degli interessi della nobiltà e riuscì a consolidare il sistema monarchico assoluto in Francia.

Decise di arrogarsi il titolo “L’ETAT C’EST MOI”, ossia lo “stato sono io” e ottenne il comando sul Consiglio Supremo delle Finanze ed sul Consiglio dei Dispacci.

Luigi XIV si dedicò all’impresa di creare il mito della favolosa reggia, mediante feste meravigliose di lunga durata, nelle quali vengono rappresentate le commedie di Moliere.