Categoria: TOLLERANZA E CONVIVENZA

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Si possono esercitare eventualmente i propri diritti con richiesta all’indirizzo mail dell’I.I.S. Mazzatinti: pgis02400g@istruzione.it

PROCESSO CARLO I

Carlo I e John Cooke… lo scontro sulla “giustificazione del potere dall’alto e dal basso”

Nelle prime settimane del 1649 viene approvata una legge dalla Camera dei Comuni che istituisce una commissione la cui funzione è quella di processare il re: l’accusa viene condotta dal Solicitor General John Cooke, e sono 135 i commissari nominati.

La Corte giudica Carlo I colpevole di alto tradimento verso il popolo inglese, e per questo motivo stabilisce che egli debba subire la pena capitale, che viene approvata da 59 commissari. L’ex monarca, quindi, viene portato al Palazzo di St. James come prigioniero, e da qui nel Palazzo di Whitehall, dove ha la possibilità di incontrare sua sorella, la principessa Elisabetta.

Il 30 gennaio del 1649, Carlo viene portato fuori da Whitehall e condotto su una piattaforma realizzata appositamente: prima di essere giustiziato, indossa due camicie di cotone per non tremare a causa del freddo (vedendolo tremare, il popolo avrebbe potuto pensare che egli lo stesse facendo per paura).

Una volta salito sulla piattaforma, pronuncia una preghiera e piega la testa, venendo decapitato con un solo colpo dal boia. Successivamente, diverse persone si recano in direzione del cesto in cui è contenuta la testa di Carlo, per bagnare con il suo sangue alcuni fazzoletti bianchi: è l’inizio del mito del re martire. Oliver Cromwell, tra i maggiori antagonisti del re, permette che la testa del sovrano sia poi ricucita al resto del corpo perché siano eseguiti i funerali, in forma privata.

PASCAL E IL GIANSENISMO

Blaise Pascal nacque a Clermont il 19 giugno 1623, i suoi primi interessi furono diretti alla matematica e alla fisica, contribuendo in modo significativo alla costruzione di calcolatori meccanici e allo studio dei fluidi. Nel 1654, dopo aver scoperto in lui una vocazione religiosa, Pascal entrò a far parte dei solitari di Port-Royal, centro spirituale e culturale dei giansenisti, seguaci di Giansenio. Il Giansenismo era un’ interpretazione del cattolicesimo basata sull’idea che l’uomo nascesse corrotto e destinato a commettere il male. Nell’imposizione dell’uniformità religiosa della Francia cattolica Luigi XIV contribuì alla persecuzione dei giansenisti, più volte condannati dai pontefici romani, finendo con il radere al suolo il convento di Port-Royal nel 1709.

TOLLERANZA

Il concetto di tolleranza si venne definendo nell’Europa del ’500 ed ebbe all’inizio un contenuto essenzialmente religioso. In un periodo in cui la scissione della Cristianità si stava risolvendo in una serie di sanguinosi conflitti, furono soprattutto umanisti e filosofi come Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro a indicare la via di una pacifica convivenza fra diverse confessioni religiose (criticando ad esempio la persecuzione degli eretici). Questa strada, però, non fu seguita né dalla Chiesa di Roma né dalle Chiese riformate: si continuò a identificare l’errore col male e a ritenere che il male dovesse essere comunque estirpato. Il pluralismo religioso si affermò a livello interstatale, ma non all’interno dei singoli Stati (in base agli accordi stabiliti nella pace di Augusta del 1555). Una svolta si ebbe solo in Francia, alla fine del secolo, con l’editto di Nantes proclamato da Enrico IV nel 1598, che riconosceva agli ugonotti libertà di culto e di coscienza: un provvedimento di portata storica, dettato però soprattutto da considerazioni di opportunità politica.

Nella seconda metà del ’600, il principio di tolleranza era ancora ignorato nella maggior parte dei paesi europei (al contrario delle colonie inglesi del Nord America). Nella stessa Francia, l’editto di Nantes fu revocato da Luigi XIV nel 1685. Facevano eccezione l’Olanda e la Gran Bretagna, dove la tolleranza nei confronti delle sètte protestanti fu applicata durante la rivoluzione di Cromwell e poi sancita definitivamente, dopo la «gloriosa» rivoluzione, col Toleration Act del 1689.

In Gran Bretagna e in Olanda, alla fine del XVII secolo, il principio di tolleranza venne allargando il suo significato e il suo ambito di validità. Negli scritti di Spinoza, Bayle e Locke si sostiene l’uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini, la «separazione» fra autorità civile e religiosa, la pari dignità di tutte le fedi e di tutte le opinioni politiche. L’ideale di tolleranza si trasformava così in quello di libertà e veniva applicato a tutte le manifestazioni della vita associata. In questo senso il principio di tolleranza fu teorizzato dagli illuministi (in particolare da Voltaire con il Trattato sulla tolleranza del 1763). E in questo senso esso costituì un contenuto essenziale delle rivoluzioni liberali e democratiche della fine del secolo XVIII. Fra il ’700 e l’800, caddero gradualmente in tutti i paesi europei le più gravi discriminazioni basate sulla confessione religiosa (in particolare quelle nei confronti degli ebrei) , tuttavia la piena parità di diritti sarebbe stata raggiunta molto lentamente. Ancora oggi, in molti paesi, soprattutto fuori dall’Europa, lo stesso principio di tolleranza continua a essere ignorato.

COSTITUZIONE ITALIANA

Nel corso del ‘600 si afferma in Europa lo Stato moderno, una forma di organizzazione statale caratterizzata dall’unificazione territoriale e dall’accentramento del potere nelle mani del sovrano. Si formano due modelli di governo dello Stato:

  1. la monarchia assoluta, in cui il potere del re è superiore a qualsiasi altra autorità; in base ai principi dell’assolutismo. Per questo la sua autorità è superiore a ogni altro potere, compresi Chiesa e parlamenti;
  2. la monarchia parlamentare, in cui l’autorità del re è limitata da un parlamento.

Il primo si sviluppa in Francia e poi in Russia, il secondo si crea a seguito delle guerre civili in Inghilterra. Proprio in Inghilterra il filosofo Locke si farà promotore di un pensiero di tolleranza, in nome della difesa dei diritti naturali dell’individuo. Locke mette a confronto Stato e Chiesa individuando nella tolleranza il punto di incontro tra le due istituzioni. Nella nostra costituzione il diritto alla tolleranza è assicurato dall’articolo 19, che garantisce la libertà religiosa. Nell’ articolo 7 inoltre si dichiara che lo Stato e la Chiesa sono indipendenti e sovrani, e i loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi, indipendenti dalla Costituzione. L’articolo 21 invece assicura la libertà di pensiero e di parola.

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