John Locke nasce a Wrington nel 1632, studia all’Università di Oxford e si appassiona alla medicina, alla filosofia e alla politica. La sua vita è profondamente influenzata dagli eventi delle due rivoluzioni inglesi.

EMPIRISMO

Locke è considerato il padre dell’empirismo e nella sua opera maggiore, ossia Saggio sull’intelletto umano, stabilisce i confini, dettati dall’esperienza, dove può svilupparsi la conoscenza. Il primo stadio della conoscenza è costituito dalle idee semplici che sono una ricezione passiva del materiale appartenente alla realtà esterna, dette idee di sensazione, e a quella interna, dette idee di riflessione. Locke si scaglia, quindi, contro le cosiddette idee innate, considerandole uno strumento del potere. La nostra mente raggruppa e organizza le idee semplici in idee generali e complesse. La conoscenza vera e propria consiste, infine, nella constatazione di una concordanza o discordanza tra idee. La conoscenza può essere di due tipi:

  1. conoscenza certa (attraverso l’intuizione, la dimostrazione e la sensazione attuale);
  2. conoscenza probabile (mediante la testimonianza e la coerenza con l’esperienza passata).

LIBERALISMO

Secondo Locke in un ipotetico stato di natura gli uomini vivono in una situazione di uguaglianza di diritti (alla libertà, alla vita, alla proprietà). L’esercizio di questi diritti è limitato alla propria persona dalla legge di natura (la ragione) ma può succedere che un uomo cerchi con la forza di violare i diritti altrui. Lo stato di guerra è evitato dall’instaurazione di uno stato civile che ha come unica funzione la tutela della libertà dell’uomo attraverso la legge.

Lo stato:

non ha un potere assoluto; 

nasce da un accordo (“contratto”) tra i cittadini e tra questi e il sovrano;

non deve intervenire nelle questioni di fede;

prevede che il potere esecutivo e quello legislativo non siano nelle mani di un’unica persona.  

Per queste ragioni Locke è considerato il teorico del liberalismo.